Hanno acquisito una certa notorietà in questi ultimi anni le licenze Creative commons, che hanno introdotto un nuovo modello di gestione del copyright. In pratica si tratta semplicemente di un insieme di licenze per diritto d'autore standardizzate, che però ha provocato una piccola rivoluzione nel modo stesso di concepire il diritto d'autore.
La tutela del copyright, infatti, prevede che "tutti i diritti sono riservati" e che quindi per ogni utilizzo è necessario ottenere un permesso dall'autore: il problema è che spesso l'autore non è così facile da raggiungere o non ha il tempo di gestire le singole richieste degli utenti. Pertanto, l'opera (brano musicale, film, ecc.) viene concessa in uso soltanto per scopi molto remunerativi (es. un film viene venduto ad una grande casa cinematografica) o molto standardizzati (un film viene distribuito in DVD a una grande massa di utenti, che ne fanno un uso personale). Con questa logica viene esclusa tutta una serie di utilizzi, in particolare la possibilità di redistribuire l'opera o quella di utilizzarla per produrre una nuova opera (es. creare un video unendo vari spezzoni di film). Molti autori però gradiscono queste forme di diffusione, anche se non economicamente remunerative, perché le ritengono di grande valore promozionale o affini ai propri ideali di condivisione dell'arte.
I fondatori di Creative commons hanno perciò pensato di semplificare la gestione dei permessi per l'utilizzo delle opere dell'ingegno sintetizzando il contenuto della licenza con dei loghi che rendono subito chiaro quali utilizzi sono concessi a tutti gli utenti, senza la necessità di contattare direttamente l'autore o un suo intermediario. Inoltre, se l'opera è disponibile in formato elettronico, è possibile inserire all'interno del file stesso l'indicazione del tipo di licenza con cui viene messo a disposizione.
Così, se un'opera è "etichettata" con il logo CC-BY-NC-SA, chi la vuole utilizzare saprà immediatamente che è libero di utilizzare l'opera per crearne altre purché lo faccia per scopi non commerciali, condivida l'opera prodotta con una licenza dello stesso tipo e attribuisca chiaramente la paternità all'autore. Allo stesso modo funziona per gli altri tipi di licenza (con l'eccezione della CC-zero, non disponibile in Italia) di cui potete trovare qui tutti i dettagli.
Le licenze Creative commons sono state pensate per intercettare l'abitudine, quantomai diffusa ma illegale, di considerare qualsiasi materiale si trovi disponibile su internet come libero da diritti e quindi gratuitamente utilizzabile. Come già detto, il fatto di trovare il materiale disponibile non significa che si possa utilizzare a qualunque scopo! Se però è accompagnato da un logo Creative Commons, sarà utilizzabile, seppur sotto certe condizioni.
Al momento attuale, www.suonimusicaidee.it non offre licenze di tipo Creative Commons, anche se in futuro ciò potrebbe avvenire in quanto le licenze standardizzate sono comunque integrabili, e in quanto questo sito offre musiche per video a condizioni molto simili a quelle CC: sono infatti gratuite, rendono possibile la realizzazione di opere derivate e richiedono l'attribuzione dell'autore. In questo caso, comunque, l'autore è perfettamente raggiungibile tramite e-mail e quindi, oltre alla licenza standard richiedibile on-line, è possibile con molta facilità ottenere licenze personalizzate per i propri scopi e nella maggior parte dei casi anche gratuite.
Tamburi djembè, cori spontanei, kora... un paesaggio africano in musica, dinamico e rilassante. Savana, foresta, villaggi sperduti, fiumi impetuosi, deserti, terra rossa, leoni, elefanti, uccelli variopinti, sorrisi di bambini e un emozionante tramonto sono le ispirazioni alla base di questo brano musicale.
Adatto a: documentari naturalistici, documentari turistici, spot pubblicitari di prodotti legati al benessere, al relax, al mercato equo e solidale, pubblicità progresso, servizi televisivi.
Nella complessità del diritto d'autore l'uso di definizioni sintetiche quali "royalty-free" e "copyright-free" è spesso all'origine di equivoci che portano a usi non corretti e non autorizzati delle opere dell'ingegno. Come evitare questi malintesi? Innanziutto leggendo sempre con attenzione i contratti di licenza che devono sempre accompagnare gli utilizzi, in particolar modo quelli di musiche per film e audiovisivi in genere. Ciò anche perché i produttori, i compositori, i siti specializzati spesso interpretano in modo diverso queste espressioni sintetiche.
Detto questo, riportiamo i significati più diffusi di questi termini relativi alle licenze per l'abbinamento di musiche a filmati:
royalty-free music: si usa per le licenze che prevedono la concessione di diritti di produzione e sincronizzazione in cambio di un compenso forfettario: il nome deriva dal fatto che la licenza non prevede la distribuzione di royalties, ovvero percentuali sui successivi guadagni ottenuti dal produttore dell'audiovisivo. La licenza può prevedere limitazioni nel numero di produzioni (licenza per un filmato preciso o per tutti i video realizzati dal produttore), nel tipo di sfruttamento delle stesse (es. solo per il territorio italiano), nella durata (solo i film prodotti nell'anno successivo al pagamento - una specie di abbonamento), ecc. C'è da precisare che dalla definizione royalty-free applicata a una licenza NON si può dedurre il fatto che non si debbano pagare diritti d'autore (es. alla SIAE) per la successiva pubblicazione di DVD o la diffusione al pubblico. (sinonimi: stock music, buyout music)
SIAE-free music: questa definizione è limitata al mercato italiano, in cui i diritti d'autore sono spesso (ma non sempre) amministrati dalla SIAE. Il termine "SIAE-free" infatti significa che il compositore del brano musicale non è associato alla SIAE e pertanto amministra il diritto d'autore autonomamente. Spesso le librerie musicali SIAE-free prevedono la possibilità di ottenere una licenza royalty-free che consenta di non dover pagare ulteriori diritti al momento della pubblicazione di DVD o della diffusione al pubblico; per questo i prezzi di questo tipo di librerie sono di solito sensibilmente più elevati.
copyright-free music: bisogna stare molto attenti a questa definizione che, alla lettera, sembrerebbe affermare che i brani musicali così etichettati possono essere utilizzati senza alcuna licenza o autorizzazione. Bisogna sempre ricordare che i diritti devono essere sempre ceduti con un atto esplicito e pertanto è sempre bene munirsi di documentazione scritta che autorizzi al proprio uso. Anche nel caso in cui la rinuncia ai diritti economici e l'autorizzazione all'abbinamento a immagini di qualsiasi tipo siano chiaramente dichiarate, bisogna ricordarsi dell'esistenza dei diritti morali e quindi che è obbligatorio attribuire la musica al suo autore (ad es. nei titoli di coda), che non si può (se non esplicitamente autorizzato) modificare l'opera, ecc. Inoltre, il termine copyright si riferisce in senso stretto ai diritti d'autore e ciò non esclude che il produttore fonografico si riservi di applicare delle tariffe per i diritti di produzione e di sincronizzazione. Ricordiamo infine che in questa categoria rientrano le diffuse licenze Creative commons che però, come tutte le altre, vanno lette con attenzione perché spesso sono gratuite solo per scopi non commerciali.
musica di pubblico dominio: é musica per la quale il diritto d'autore è decaduto, solitamente per il decorrere del termine di 70 anni dalla morte del compositore. Attenzione, però: se l'esecuzione del brano che utilizzeremo ha meno di 50 anni, sono ancora in essere i diritti di produzione e di sincronizzazione, per i quali andrà richiesta idonea licenza al produttore fonografico.
In che senso, dunque, la musica offerta su www.suonimusicaidee.it è gratis? La licenza offerta è del tipo royalty-free, quindi si offrono i diritti di produzione e di sincronizzazionesenza pretendere percentuali future, ma la musica è anche gratuita in quanto la licenza è concessa senza pretendere alcun compenso forfettario. Resta tuttavia da pagare, nel caso di composizioni di Lorenzo Tempesti, il diritto d'autore, in particolare nei casi in cui l'audivisivo prodotto sia proiettato in pubblico (il costo in tal caso spetta all'organizzatore della proiezione), in cui venga diffuso tramite mezzi televisivi o simili (il costo spetta all'emittente), in cui venga duplicato su supporti come i DVD (il costo spetta al produttore del DVD e generalmente non è eccessivamente elevato). Per alcuni utilizzi, come ad esempio gli spot pubblicitari e la proiezione all'interno di scuole o cerchie private, e per i brani di pubblico dominio rieseguiti e presenti sul sito, nulla è dovuto neppure alla SIAE.
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Brano new age, caratterizzato da una ritmica coinvolgente, sapientemente mescolato ad una leggera melodia che rievoca alla mente atmosfere di viaggi lontani, di mare, dai toni freschi, essenziali e flessuosi.
Adatto ad un ampia gamma di applicazioni: pubblicità relativa al benessere, viaggi, prodotti ed oggettistica esotica, video turistici, video aziendali, ecc.
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